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La Yurta

Una yurta (dalle lingue turche ) o ger ( mongolo ) è una tenda portatile, rotonda coperta e isolata con pelli o feltro e tradizionalmente usata come abitazione da diversi gruppi nomadi distinti nelle steppe e nelle montagne dell'Asia interna . [ 1 ] La struttura è costituita da un assemblaggio flessibile angolato o da un reticolo di legno o bambù per le pareti, un telaio della porta, costole (pali, travi) e una ruota (corona, anello di compressione) eventualmente piegata a vapore come tetto. La struttura del tetto è talvolta autoportante, ma le yurte più grandi possono avere pali interni che sostengono la corona. La parte superiore della parete delle yurte autoportanti è impedita dall'allargarsi per mezzo di una fascia di tensione che si oppone alla forza delle costole del tetto. Le yurte impiegano tra 30 minuti e 3 ore per essere montate o smontate e sono generalmente utilizzate da cinque a 15 persone. L'agricoltura nomade con le yurte come abitazioni è stato per migliaia di anni lo stile di vita principale in Asia centrale, in particolare in Mongolia .Le yurte moderne possono essere costruite in modo permanente su una piattaforma di legno o di cemento; possono utilizzare materiali moderni come strutture metalliche, plastica, cupole in plexiglass o isolamento radiante . (wikipedia.org/wiki/Yurt)


link e foto tratti da Pimp My Trip
articolo molto interessante, consigliata la lettura




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Joseph Beuys

Immagine: L’artista Joseph Beuys con l’immancabile cappello all’esposizione di Kassel Documenta 7, nel 1982. | Foto (dettaglio): © picture-alliance / akg-images / Niklaus Stauss



Un evento in particolare fece da spartiacque nel pensiero di Beuys: l’incidente aereo avvenuto nel 1943. Durante un’operazione militare in Russia, l’aereo dell’artista fu abbattuto e si schiantò sul fronte di Crimea, nei pressi di Znamianka, allora Freiberg Krasnohvardiiske Raion. E qui, il Beuys nazista resta seppellito tra i rottami del suo areo mentre il Beuys artista prende simbolicamente vita attraverso un rito di guarigione e rinascita spirituale che si tramuterà in vero e proprio mito delle origini. In seguito alla caduta, sostiene infatti di essere stato salvato da un gruppo di nomadi tartari, i quali lo avrebbero ricoperto di grasso animale e avvolto in pelli di feltro, antiche pratiche della loro medicina tradizionale: “I remember voices saying 'Voda' (Water), then the felt of their tents, and the dense pungent smell of cheese, fat, and milk. They covered my body in fat to help it regenerate warmth, and wrapped it in felt as an insulator to keep warmth in." (Tisdall, C., Joseph Beuys, p. 13) Il grasso e il feltro saranno in futuro due elementi chiave della poetica di Beuys, da interpretare nella loro funzione di atti salvifici in grado di rivoluzionare la società.
articolo tratto da Canadausa

Joseph Beuys amava il feltro, fin da quando, pilota nella Seconda guerra mondiale, abbattuto dal nemico e precipitato col suo aereo in Crimea, sperimenta il freddo e rischia di morire assiderato: lo salva un gruppo di nomadi tartari, curandolo proprio con una coperta di feltro.La poetica e pratica artistica di Beuys hanno precorso temi e riflessioni oggi più che mai attuali: il rapporto tra essere umano e Natura, ecologia, pace, arte intesa come impegno sociale e ricerca spirituale. In “Infiltrazione omogenea per pianoforte a coda”un pianoforte, a simbolo della Cultura in crisi, viene avvolto in uno strato di feltro per proteggerlo e ricondurlo alla vita.Un riferimento alla vita personale dell’artista per ricordare una cura ricevuta e riproporla a favore di un elemento cosi vulnerabile come la Cultura. La croce rossa sulla coperta di feltro enfatizza il concetto di cura da prestare al concetto stesso di Cultura.Quest’opera di Beuys, cosi come molte altre sue creazioni, sanno ritrovare attualità anche sessant’anni dopo. L’intero mondo della Cultura è stato tra i più toccati durante questa pandemia e forse qualche coperta in più non avrebbe guastato. Ma la Cura è un atto temporaneo, fatto di più fasi: anche quello di togliere la coperta e tornare a far risuonare le corde del nostro pianoforte, perché è la Cultura stessa una Cura per noi stessi. 
articolo tratto da 

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Nuno feltro

Il nuno felt o nuno feltro, é una tecnica che permette di unire tessuti come la seta grezza, o il lino, o il cotone non trattato con la lana cardata, principalmente lana merino extra fine,  mulesing free, tramite il procedimento dell'infeltrimento a mano.
Con questa tecnica si possono creare capi di abbigliamento unici, artistici, particolari, leggeri, caldi, e molto morbidi. 
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